Sì dalla Cassazione agli investigatori privati per casi di infortunio e falsa malattia
Con l’ordinanza n. 11697/2020 (clicca qui per scaricare il pdf) la Cassazione ha ribadito la legittimità del datore di lavoro di avvalersi di un’agenzia investigativa per verificare la veridicità dell’infortunio e della malattia dei propri dipendenti.
L’ordinanza arriva dopo che un uomo aveva presentato ricorso per essere stato licenziato per giusta causa: a seguito di una rovinosa caduta in scooter, mentre si allontanava dal cantiere presso cui svolgeva la sua attività lavorativa, l’uomo (come da certificazione medica) avrebbe dovuto restare a casa, a riposo assoluto, ma in realtà si era dedicato ad attività che richiedevano sforzi fisici, come lunghe pedalate in bici e passeggiate in centro con il proprio figlio sulle spalle.
L’uomo ha contestato il licenziamento, sia in primo grado che in corte d’appello, sostenendo l’illiceità da parte dell’azienda di effettuare controlli investigativi sui lavoratori, ma la sua domanda è stata sempre rigettata. Così si è rivolto alla Cassazione, che ha respinto la sua richiesta, considerando legittima la scelta del datore di lavoro: gli artt. 2, 3, e 4 della legge 300/700 riconoscono, infatti, “il diritto di servirsi di investigatori privati per verificare che il lavoratore adempia alle sue obbligazioni esterne all’ambiente lavorativo, ma rilevanti dal punto di vista disciplinare”.
La Cassazione ha sottolineato che è sufficiente il sospetto che vi sia un illecito in corso da parte del dipendente per giustificare il ricorso del datore di lavoro ad un investigatore privato. In questo caso, il controllo da parte del detective non è motivato da interessi sanitari, ma solo per verificare che non sia in atto un illecito da parte del lavoratore. Avendo scoperto, quindi, che il dipendente era in salute e in grado di lavorare, è scattato il licenziamento per giusta causa.
Si conferma ancora una volta legittima la facoltà del datore di lavoro di utilizzare i controlli difensivi da parte di un’agenzia investigativa per verificare le attività extralavorative dei dipendenti, soprattutto in casi di infortunio come questo, in cui il lavoratore potrebbe compiere azioni incompatibili con la stato di salute derivante dall’infortunio, o addirittura svolgere una seconda attività, prolungando in maniera arbitraria il periodo di assenza dal lavoro, a maggior ragione perché non soggetto a visite fiscali.
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