Sette: ne fanno parte 4 milioni di italiani.
Quattro milioni di italiani. Un numero incredibile. Sono tanti, troppi coloro che nel nostro Paese sono membri di un’organizzazione settaria. Può trattarsi di chiunque: l’edicolante all’angolo, il vicino di casa, la ragazza che prepara il cappuccino al bar.
Tutti, poco importa che la loro decisione sia condivisa con il mondo o tenuta nascosta a famiglie e amici, si sentono iniziati, missionari confusi nella folla, miracolati. Almeno fino a un certo momento.
È veramente sottile il confine che divide l’adesione a un culto dalla la manipolazione mentale.
Un mondo costruito sulla pelle di chi vive un momento di difficoltà, ricco di gangli politici ed economici che rendono queste organizzazioni così potenti e aggressive. Oltre alle ”celebri” realtà internazionali come Scientology, la comunità fondata da Ron Hubbard che conta divi di Hollywood come Tom Cruise o John Travolta e che in Italia ha la sua cattedrale in cemento e vetri alla periferia di Milano, esistono comunità fisiche come Damanhur, città stato nei boschi piemontesi, con proprio credo, moneta, lingua e usanze (come il matrimonio a tempo). Costruita intorno al culto di Horus e del suo capo Oberto Airaudi alias Falco, è assurta alla cronaca per il Tempio dell’Umanità, il più grande ipogeo al mondo, scavato nella roccia della montagna. E poi ancora, i centri UPM di Mario Piranesi (Un Punto Macrobiotico), nel mirino di una delle più sconvolgenti inchieste giudiziarie che hanno mostrato all’Italia abusi economici e psicologici, corpi martoriati da diete estenuanti, persone ridotte sul lastrico. Per non parlare dei bambini inspiegabilmente dati in affido al Forteto, comunità fondata da Rodolfo Fiesoli, Il profeta, nel Mugello, che ancora oggi non trovano giustizia.
Altra diffusissima realtà le vie del denaro dei Testimoni di Geova o della Soka Gakkai, dal 2016 riconosciuta come regione dal Governo italiano (con diritto, quindi, all’8 per Mille). Fino all’Archeosofia dell”’esoterista eclettico” Tommaso Palamidessi, i cui ‘rituali sono pressocchè copiati da quelli della massoneria: si viene legati, incappucciati e spintonati in un tempio.
Esistono però numerose organizzazioni settarie mai venute fuori, le cosiddette sette di provincia.
Un quadro sconvolgente e inaspettato, tra tecniche di love bombing, dossieraggi, continue richieste di denaro, prove che minano il corpo e maratone di disistima e alienazione. In cui la donna è quasi sempre meno di un oggetto.
Un’Italia che esiste ma non si vede’, cui la politica in cerca di consensi ha spesso, più o meno consapevolmente, strizzato l’occhio. Senza contare i 155 mila maghi, cartomanti, astrologi, veggenti (dati Codacons 2016), cui si rivolgono altri 13 milioni di italiani per un business da 8 miliardi di euro (il caso più eclatante, Wanna Marchi e il mago Do Nascimento). Dati e storie, che dovrebbero far riflettere.
Sui perché. Ma soprattutto sul ”come”: come aiutare queste persone a liberarsi dall’incubo. La magistratura ha spesso le mani legate, perché in Italia una legge sulla manipolazione mentale in grado di inquadrare gli abusi non esiste. L’unico procedimento per plagio risale al controverso caso Braibanti del ’64. E intanto il numero delle vittime delle sette cresce.
Rivolgersi a dei professionisti nel settore può essere di grande aiuto. Spesso fondamentale.