Italia: emergenza droga già ad 8 anni
Ci sono bambini che la scuola la vedono solo da lontano. Per loro non esistono libri, compiti in classe, compagni. Hanno una sola necessità: farsi di coca, e farlo in fretta.
Sembra impossibile, uno scenario spaventoso, ma purtroppo rappresenta la realtà.
Ragazzi appena adolescenti, tossicodipendenti da anni, in fuga dalle comunità terapeutiche (ricordiamo casi estremi finiti in tragedia, come quello di Pamela Mastropietro e di Desirée Mariottini), generazione di ragazzi interrotti che cresce di giorno in giorno.
Bambini che a 8 anni hanno già sperimentato le droghe più devastanti: colla e solventi. Tredicenni che si prostituiscono per una dose, rimangono incinte e sono costrette ad abortire. Adolescenti legati con le cinghie ai letti di contenzione, sottoposti a trattamenti sanitari obbligatori negli ospedali psichiatrici per adulti. Eroina non più fumata ma sparata direttamente in vena, così che a 13 anni hanno già il corpo massacrato dai buchi delle siringhe, si ammalano di epatite e Aids, come i vecchi tossici negli anni Ottanta.
Le loro storie sono contenute nei verbali delle forze dell’ordine che ogni giorno prestano servizio nelle piazze dello spaccio e nei boschi della droga. Sono scritte nero su bianco nelle relazioni dei Tribunali per i minorenni. Escono dalla bocca di quegli stessi ragazzi che a fatica accettano di parlare, dalle comunità dove stanno cercando lentamente di riemergere dagli abissi della tossicodipendenza.
Un’emergenza alla quale il nostro Sistema sanitario nazionale non riesce più a stare dietro. Secondo i dati, da Nord a Sud la presa in carico da parte dei Servizi sanitari locali dei minori che fanno uso di droga negli ultimi 5 anni è quasi ovunque raddoppiata. Anche i Tribunali per i minorenni – sia civili che penali – registrano un’impennata di baby consumatori: quasi tutti italiani, iniziano ad assumere droga in media a 12 anni.
Mentre le comunità terapeutiche per minori con problemi psichici causati dalle droghe – il vero fenomeno di questi ultimi anni – si contano sulle dita di una mano. E così i bambini tossicodipendenti con disagi mentali spesso sono trasferiti a centinaia di chilometri di distanza dalle loro famiglie in luoghi non idonei. O trattenuti in reparti neuropsichiatrici per adulti, dove non potrebbero stare.
In tutta Italia – secondo i dati elaborati dal Dipartimento per la giustizia minorile del ministero della Giustizia – i minori e i giovani adulti (dai 18 ai 25 anni) attualmente in carico agli uffici di servizio sociale per i minorenni sono 20.466, di cui oltre 7 mila nuovi arrivi solo nell’ultimo anno. Negli ultimi 12 mesi, quelli collocati nelle comunità dell’area penale – fra cui i minori che hanno commesso reati in materia di stupefacenti – sono stati 1.837, con un aumento di quasi 300 unità rispetto al 2015. Poco più di cento, invece, quelli ricoverati in apposite strutture per disintossicarsi.
Ma si tratta ovviamente di una panoramica sottostimata: mancano all’appello tutti i ragazzi che non sono entrati nel circuito dei tribunali e che si sono rivolti direttamente a strutture terapeutiche private. O che sono totalmente sconosciuti ai servizi sociali.
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sicilia e Puglia sono totalmente prive di strutture specializzate.
Ecco perché è importante rivolgersi immediatamente a dei professionisti che possono aiutare le famiglie e i ragazzi a liberarsi da questo cappio che stringe sempre di più.
Se sospetti che un giovane a te caro stia assumendo delle droghe o che frequenti cattive compagnie, contattaci. Possiamo aiutarti concretamente.