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Facevano la “cresta” sui biglietti del bus. Valido il dossier investigativo per dimostrare l’illecito dei dipendenti.

Un recente caso di infedeltà dei dipendenti, avvenuto in Sicilia e riguardante una società di trasporti, è stato l’occasione per ribadire quanto già da tempo affermato dalla giurisprudenza in materia: la relazione dell’investigatore privato, incaricato dall’azienda per confutare i sospetti a carico dei propri dipendenti, può essere acquisita legittimamente e può essere utilizzata.

Lo ha stabilito il giudice di merito nel processo a carico di dieci autisti della Tua – azienda del trasporto pubblico urbano -, accusati di aver venduto i biglietti a bordo ad un prezzo maggiore e non vendibili, senza registrare la vendita, di aver riciclato dei biglietti non obliterati, vendendoli più volte o non consegnandoli dopo la ricezione della somma da parte dei passeggeri e di avere deviato i tragitti prestabiliti per mere esigenze personali, a volte saltando alcune fermate previste e lasciando i passeggeri a piedi.

Per la risoluzione di questo tipo di illeciti, che possono ovviamente portare al licenziamento per giusta causa del dipendente infedele, moltissime aziende si affidano agli investigatori privati, perché possano procedere con i cosiddetti “controlli difensivi”, utilizzando le prove così raccolte in propria difesa in un eventuale contenzioso.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Attività di monitoraggio e di pedinamento del dipendente infedele;
  • Attività di Mystery Shopping, fingendosi utenti e procedendo con un finto acquisto;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web;
  • Pedinamento elettronico (GPS);
  • Testimonianza in Tribunale, se necessario.

 

Fonte: agrigentonotizie.it

 

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