Divorzio: gli animali sono come figli?
L’animale da compagnia, che sia un cane, un gatto o un criceto, non va considerato come un pezzo di arredamento o un’automobile ma come un membro della famiglia a tutti gli effetti, il cui benessere futuro deve essere tutelato al meglio in caso di divorzio.
È ciò che stabilisce una legge della California, attiva dal primo gennaio 2019, che invita i giudici a decidere dell’affido dell’animale tenendone in considerazione il migliore interesse. Un po’ come con i figli.
In passato gli animali domestici coinvolti venivano considerati alla stregua dei beni patrimoniali, ne veniva stabilito il valore commerciale ignorando i profondi legami che potevano essersi stabiliti con gli altri familiari.
Poteva succedere che alcuni animali ed i rispettivi proprietari venissero separati per sempre, o che gli ex coniugi fossero obbligati ad incontrarsi per “passarsi” l’animale. Con questa normativa si potrà invece chiedere la custodia condivisa o esclusiva, e la corte potrà tenere in considerazione il benessere dell’animale. È un fatto importante specialmente nei casi in cui uno dei coniugi considera l’animale come un’arma di ricatto più che come un membro della famiglia.
Una disamina pubblicata su Psychology Today evidenzia come già in casi precedenti le decisioni del giudice ricalcano spesso quelle riguardanti i figli, con l’81% dei casi di custodia concessa alla donna (e solo nell’11% di questi l’ex marito ottiene il diritto di visita) mentre nei più rari casi in cui la custodia venga assegnata all’uomo l’ex moglie ha diritto a visitare l’animale nell’83% dei casi.
Il primo caso risale al 1942 e la coppia divorziata, i Schiller, ottennero la custodia condivisa del loro Cocker Spaniel per sei mesi ciascuno.
In passato per decidere della custodia sono anche stati effettuati «test» per stabilire chi fosse il proprietario a cui l’animale era più affezionato.
Gli animali da compagnia sono dunque sempre più considerati, anche dalla legge, per il loro valore relazionale. La maggior parte delle contese per l’affido del resto coinvolge coppie sposate senza figli, o con figli già grandi, e tanto benestanti da potersi permettere un buon avvocato. Obiettivo: ottenere la custodia dell’amatissimo amico a quattro zampe. O magari farla pagare all’ex, ormai odiatissimo coniuge.